LA DANZA DEL VENTRE (dance du ventre) ha assunto questa denominazione alla fine dell’ Ottocento, allorquando viaggiatori francesi in Oriente , rimasero colpiti dai movimenti sinuosi e frenetici dell’addome e del bacino delle danzatrici. Il suo vero nome è RAKS SHARKI (letteralmente danza dell’est, danza orientale), distinta dalla sua forma più popolare, la RAKS BALADI, delle donne e dei bambini nelle strade.
La Danza del Ventre è una delle forme più antiche di espressione artistica. le sue origini si perdono nella notte dei tempi e se ne ritrovano tracce in luoghi più diversi e lontani: fra le decorazioni delle caverne preistoriche ed in alcune sculture, nelle danze delle donne Maori della Nuova Zelanda, in alcune Danze Africane, nella Hula Polinesiana. Agli inizi era collegata ai riti in onore della Madre Terra e strettamente connessa alla religione. I movimenti femminili, estremamente naturali che la caratterizzano, sono nati con la donna stessa, ma hanno subito nel corso dei secoli una forte repressione e censura. Infatti nella Danza Classica occidentale non si trovano specifici spostamenti del petto, del ventre, del bacino. La tradizione della danza orientale è stata nel tempo conservata e diffusa per merito del popolo degli zingari che, a partire dall’India, si spostarono verso occidente; ma fu in seguito mantenuta e sviluppata soprattutto in quei paesi compresi nella zona che va dal Maghreb alla Turchia, passando per il medio oriente. Lo stile Egiziano nello specifico è considerato quello classico.
É una danza “di terra” che trae la sua energia dal suolo, attraverso il contatto ed il lavoro determinante che eseguono i piedi, ed è una danza sensuale ed elegante che esprime lo scorrere dell’energia vitale. É adatta a tutte le donne, di qualsiasi età e corporatura, e numerosi sono i benefici che essa procura a chi vi si accosta, sia per l’organismo che per la mente. Il corpo si rilassa e si scioglie: esso viene coinvolto nella sua interezza (non solo ventre!) e vengono mobilitate anche parti che generalmente si usano poco e sono piuttosto irrigidite.
Il corpo si snellisce ed assume un portamento più armonioso. Le braccia, i glutei, le gambe si rassodano, il ventre si appiattisce, i muscoli pettorali si tonificano e, di conseguenza, anche il seno. La posizione fondamentale della danza del ventre prevede che il bacino venga mantenuto in retroversione (sedere in dentro) e questo permette alla zona lombare della schiena di rimanere costantemente distesa, alleviando i dolori di cui spesso soffrono le donne a causa di posture scorrette. I movimenti della testa, delle spalle, del torace, dell’addome e del bacino esercitano i muscoli che si trovano vicino alle vertebre che, una volta rinforzati, offrono un migliore sostegno alla colonna vertebrale. Gli spostamenti dei fianchi aumentano l’afflusso sanguigno nel basso addome, mantenendo gli organi interni irrorati e favorendo un maggiore drenaggio e conseguente depurazione dalle tossine, forniscono un aiuto per i disturbi intestinali e ginecologici e prevengono problemi di prolasso e rilascio dei tessuti.
La caratteristica principale di questa danza è la capacità di isolare i movimenti, cioè muovere una determinata parte del fisico tenendo immobili le altre: ciò consente di aumentare la consapevolezza del proprio corpo e il contatto con sé stessi. Questa disciplina, inoltre, promuove il ritorno alla respirazione addominale, quella dei bambini, più naturale e profonda e l’abbandono di quella toracica, più superficiale, tipica delle persone ansiose: anche a questo scopo alcuni suoi principi si utilizzano nella preparazione al parto. Permette il recupero delle energie, l’accettazione del corpo e viene pertanto usata come terapia antidepressiva specifica per le donne.
Secondo la teoria psicologica della bioenergetica, in ogni persona, alle varie contratture muscolari corrispondono dei blocchi emotivi: smuovendo determinate zone si ha quindi modo di attivare un lavoro sul proprio sé. La danza orientale si basa sull’ improvvisazione, aspetto che la rende un’arte creativa e liberatoria: ogni danzatrice si esprime con il proprio stile, legato alla sua personalità ed alle sue emozioni. La musica araba che accompagna i movimenti riveste un ruolo fondamentale: favorisce in chi la ascolta la concentrazione ed induce uno stato di rilassamento. Le parole chiave per contraddistinguere la RAKS SHARKI potrebbero quindi essere: fascino, femminilità, armonia, benessere; essa è infatti ricca di fascino e aiuta a sentire e vivere meglio la propria femminilità, è un’arte che dona armonia al corpo ed alla mente e che infonde benessere in chi la pratica.